
Pubblicato in News - 27-05-2022
Esport e Metaverso: un connubio sempre più reale
Termine coniato dallo scrittore di fantascienza Neal Stephenson nel romanzo del 1992 Snow Crash, il Metaverso è descritto come un mondo virtuale a cui le persone si collegano attraverso dispositivi tecnologici e possono realizzare in 3D tutto ciò che vogliono. Un preveggente potrebbe dirsi, tuttavia, va ben specificato cosa s’intende oggi con il termine Metaverso. Per metaverso s’intende un universo in cui le moderne tecnologie s’incontrano tra loro: videogiochi, blockchain, criptovalute e Nft, per citarne alcune, e attraverso le quali è possibile entrare in un mondo virtuale tramite delle piattaforme come Decentraland o The Sandbox, in cui le persone possono fare tutto ciò che fanno nel mondo reale. È quindi indispensabile avere un portafoglio crittografico (crypto wallet) per accedere ad un mondo Phygital, dove l’elemento fisico e digitale s’incontrano tra loro, dando vita ad un’interazione tra uomo e macchina sempre più attuale e reale. Oggi questa trasmigrazione dal mondo reale a quello virtuale è sempre più diffusa e coinvolge già milioni di persone in tutto il mondo. Non a caso uno dei primi a sfumare i confini della realtà, è stato Mark Zuckerberg, con il passaggio dal nome Facebook a Meta, sdoganando in questo modo un argomento che fino ad allora non era di dominio pubblico. A riprova dell’espansione e del passaggio al web 3.0, molte case produttrici di videogames, società sportive e calciatori hanno deciso di sbarcare nel metaverso.





